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Pellezzano, all’Arena Teatro Charlot si ride con I Ditelo Voi

di Stefania Maffeo

Al via il 13 luglio 2024 alle ore 21:00 il sipario sulla rassegna “Re…state con noi” all’Arena Teatro Charlot di Capezzano, diretta da Gianluca Tortora e Piermarco Raniero Fiore. Primo appuntamento che vedrà come protagonisti il trio comico dei Ditelo Voi. Un trio comico napoletano formatosi nel 1995, composto da Francesco De Fraia, Domenico Manfredi e Raffaele Ferrante. Tre attori napoletani che vivono la realtà quotidiana attraverso la magia dello spettacolo, grazie ad un’originale, surreale ed esilarante comicità. Creatività, surrealismo e improvvisazione, questi i tre ingredienti di base dello spettacolo comico. Entrare nel mondo de I Ditelo voi per vedere alternarsi sul palco personaggi dalle sembianze fumettistiche e situazioni più o meno possibili. Dal teatro agli schermi televisivi, il trio comico si è affermato per la personale interpretazione delle manie degli italiani grazie all’accattivante vena teatrale che da sempre li contraddistingue.  Biglietti in vendita su Go2 e TicketOne (costo del biglietto euro 25 poltrona; euro 20 tribuna).

Si prosegue poi, il 18 luglio 2024, con lo spettacolo teatrale “Una comica tragedia”, per la regia di Rodolfo Fornario, con protagonisti Ciro Girardi, Antonio De Rosa, Antonella Quaranta, Ciro Scherma e Diego Menna (costo del biglietto euro 15 tribuna, euro 10 poltrona).
Il 28 luglio spazio alla disco music con “Dance Revolution” (costo del biglietto euro 15 poltrona, euro 10 tribuna).
Uno show, interamente live, che vede sul palco 7 voci femminili e 4 musicisti, che celebra gli anni d’oro della DiscoMusic. Dagli Abba ai Bee Gees, dagli Chic alle sonorità funk degli Earth Wind & Fire, da Donna Summer a Gloria Gaynor, artisti che hanno scritto a caratteri cubitali il loro nome nella storia della Musica Dance.

Per quanto concerne, invece, gli appuntamenti di “Aspettando il Premio Charlot” (direzione artistica Claudio Tortora) il taglio del nastro lo si avrà Domenica 21 luglio, ore 21, con una serata cabaret che vedrà come protagonisti Vincenzo Comunale, Alessandro Bolide e Pasquale Palma. Premio Charlot fiction a Simone Montedoro, premio Grandi Protagonisti dello Spettacolo a Red Canzian.
Martedì 23 luglio, ore 21:00, serata Charlot monello, family show, diretto da Antonello Ronga, sul palco la Compagnia dell’Arte in Peter Pan. Momento cabaret con Luca Bruno. Premio Charlot teatro a Luciano Melchionna
Giovedì 25 luglio, ore 21, serata musicale anni ’60 e ’70 “Ti ricordi quella sera”, con Claudio Tortora e Marcello Ferrante. Momento cabaret con Angelo Belgiovine, Salvatore Turco e Peppe Laurato.
Ultimo appuntamento venerdì 26 luglio con una serata di cabaret con i Villa Perbene e Salvatore Gisonna. Premio Charlot libri a Manlio Castagna, Premio Charlot fiction ad Alessio Boni.
Per assistere alle quattro serate di Aspettando il Premio Charlot, è possibile acquistare l’abbonamento al costo di euro 35 per la poltrona, euro 30 per la tribuna, oppure biglietti per le singole serate al costo di euro 15 per la poltrona e di euro 10 per la tribuna. I biglietti sono in vendita online sul circuito Go2 e TicketOne.

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Cava de’ Tirreni, rievocazione storia della Pergamena Bianca

di Stefania Maffeo

Il coraggio di Cava de’ Tirreni rivive nella rievocazione storica della Pergamena Bianca. La città, ricca di storia e tradizione, ha celebrato una delle pagine più valorose del suo passato. Con la direzione artistica di Gaetano Stella, ha rievocato gli eventi che portarono alla concessione della Pergamena Bianca e degli antichi privilegi da parte di Ferrante I d’Aragona. Questo riconoscimento fu il premio per la lealtà ed il coraggio con cui i cavesi, guidati dal sindaco Onofrio Scannapieco, resistettero alle lusinghe degli angioini e si mantennero fedeli alla corona aragonese, nonostante il caro prezzo pagato.

L’evento, organizzato dall’Associazione Trombonieri Sbandieratori e Cavalieri di Cava de’ Tirreni in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, ha trasformato la storia in un’esperienza teatrale coinvolgente. La rievocazione, ambientata in un suggestivo Chiostro di Santa Maria al Rifugio rinato per l’occasione, ha visto alternarsi momenti artistici su tre diversi palchi. La regia di Stella, già veterano di diverse edizioni della Rievocazione Storica, ha saputo mescolare sapientemente elementi artistici e storici, offrendo al pubblico una narrazione ricca di emozioni e contaminazioni. L’atmosfera della serata è stata ulteriormente arricchita dalla musica del quartetto d’archi Ars Musica e dalla voce del talentuoso Michele Ceruso, che hanno accompagnato i momenti narrativi rappresentati dalla Compagnia Animazione 90. La narrazione ha fatto rivivere al pubblico le vicende di una delle tante famiglie cavesi dell’epoca, mostrando il sacrificio di coloro che, con coraggio, difesero la loro terra intrecciando così le loro storie con la Grande Storia.

cava de'tirreni pergamena bianca

La serata è stata impreziosita dalla partecipazione straordinaria di Claudia D’Antonio e Stanislao Capissi, Étoile e Primo Ballerino del Teatro di San Carlo di Napoli. Sotto il coordinamento artistico del Maestro Stefano Angelini, la loro performance ha rappresentato un vero gioiello per la città di Cava de’ Tirreni, onorata di ospitare artisti di tale calibro. L’evento ha beneficiato della supervisione scientifica del Centro Studi per la Storia di Cava de’ Tirreni e del patrocinio di numerose istituzioni: Regione Campania, Provincia di Salerno, ENIT-Agenzia Nazionale del Turismo e RAI Campania. Questi patrocini testimoniano l’importanza e il valore culturale della manifestazione, che ha saputo unire istituzioni e cittadini in una celebrazione della storia e delle tradizioni cavesi.

cava de'tirreni pergamena bianca

La rievocazione storica della Pergamena Bianca ha saputo suscitare profonde emozioni nel pubblico presente, che ha potuto immergersi nella storia e rivivere un momento cruciale per la città di Cava de’ Tirreni. L’evento non solo ha celebrato il coraggio e la fedeltà dei cavesi, ma ha anche rafforzato il senso di appartenenza e identità della comunità locale, dimostrando ancora una volta come il passato possa illuminare il presente ed ispirare il futuro.

 

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Luci rosse e palloncini bianchi in piazza Plebiscito a Napoli

La Fedas Italia (Federazione Aziende Spettacolo), ieri, 21 maggio 2021, alle 19,30, è scesa in piazza a Napoli, per una manifestazione di sensibilizzazione delle aziende dello spettacolo. Palloncini bianchi e luci rosse hanno fatto da cornice all’evento che ha visto posizionare nella piazza partenopea anche decine di “Bauli”. Quegli stessi bauli che i tecnici audio/luci, utilizzano per l’allestimento di palcoscenici e piazza per gli eventi.

“La manifestazione di ieri – spiega il presidente nazionale, il salernitano, Raffaele Vitale – è stato un modo per uscire ancora una volta, da questo stato d’invisibilità. E’ da un anno che con la nostra Federazione stiamo cercando di far capire allo Stato chi realmente sono le aziende che operano nel mondo dello spettacolo, in particolare i service audio e luci e tutti coloro che stanno dietro le quinte. Operatori e imprenditori, che sono stati duramente colpiti da queste chiusure, impossibilitati a svolgere la propria professione e senza ricevere un sostegno strutturale e continuativo. La manifestazione di ieri, è stata fortemente voluta, da noi della Fedas Italia, per dare una continuità, dopo le due manifestazioni che abbiamo fatto a Bari e a Palermo, nei giorni scorsi, alle richieste che stiamo facendo al Governo. Ovvero farci uscire da questo stato di invisibilità e darci certezze, vista anche l’imminente riapertura di tutte le attività, che non ci ritroveremo nuovamente ad agosto con una nuova chiusura, perché questo vorrà dire per molti di noi la fine delle nostre attività”.

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Sabato 24 ottobre 2020, Piccolo Teatro del Giullare di Salerno Devi essere dolce con me di Francesco Maria Siani

In un giardino c’è spazio per ogni sorta di fiore, ed è questo a originarne la bellezza, che diviene visione evocativa e dimensione drammaturgica nel tracciare la storia in Devi essere dolce con me di Francesco Maria Siani, che sarà in scena da sabato 24 ottobre 2020 alle ore 21.00 (repliche il sabato e la domenica fino all’8 novembre) al Piccolo Teatro del Giullare di Salerno, per la regia di Antonello Ronga. A dar vita all’allestimento, presentato da Teatricomio Prodart, saranno Teresa Di Florio e Alessandro Musto, che muoveranno fra le luci e il suono di Virna Prescenzo, le scene di Francesco Maria Sommaripa, i costumi di Paolo Vitale. Le musiche originali sono a cura di Francesco Maria Siani, con la voce di Cristina Mazzaccaro nel brano inedito “Vurria”, e Marco De Simone alla chitarra solista. Siamo negli anni ’70 nel sottotetto di un vecchio palazzo in un quartiere di periferia. L’ambiente è scuro, maleodorante di fumo, caotico, in una notte qualsiasi, di una caldissima estate qualsiasi. I protagonisti, Sandra e Marcello, sono due anime nude, che finalmente, dopo un lungo pellegrinaggio, s’incontrano, s’intrecciano e si confessano. Il loro è un rapporto complesso, ambiguo, a tratti surreale, senza convenzioni, complice ma tumultuoso, fatto di schermaglie e di momenti catartici. Si cercano e si sfuggono in un gioco a rimpiattino. Quel che conta è restare in piedi per accomodare l’anima, prigioniera di una verità pesante, inconfessata. Tutto avviene in un luogo sacro, una non casa, un sottotetto senza pareti, ma più vicino al cielo. Uno spazio aperto in cui tutti possono guardare, per compiacersi, immedesimarsi, giudicare o per comparire. Devi essere dolce con me è un imperativo ripetuto più volte in questo testo, come una sorta di supplica, una preghiera dolce e amara che viene invocata nei momenti di disperazione. “Mettere in scena quest’opera – così il regista in una nota – è significato leggere e ascoltare questa preghiera, comprenderla e soprattutto darle voce attraverso le sensibilità e l’anima degli attori. La non casa diventa testimone di una guerra fatta di ritmo, ironia, verità, fino alla liberazione di un tormento che attanaglia i suoi protagonisti. Diventerà per loro un mezzo attraverso cui le due anime possono diventare finalmente gemelle”. Sarà, così, la non casa ad aiutare i due protagonisti, senza mai interferire, lasciando loro la possibilità di seguire quel percorso. Prenderà vita dopo, quando tutto sarà finito, divenendo memoria e messaggera di quanto accaduto, come un vangelo raccontato a tutti quelli che hanno voglia di ascoltare una storia che va al di sopra dell’amore. Per il numero limitato di posti e per il rispetto delle vigenti norme di sicurezza sanitaria è indispensabile la prenotazione.

 

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La fine di un’era? A rischio lo spettacolo dei burattini, Ferraiolo: “Non abbandonateci”

di Erika Noschese

Una tradizione che va avanti da cinque generazioni e che ora rischia di scomparire a causa dell’emergenza Coronavirus. I burattini sono, ancora oggi, tra gli spettacoli più attesi da grandi e piccini ma la famiglia Ferraiolo si trova ora ad un bivio: le troppe restrizioni rischiano di far crollare gli incassi e di dover sospendere tutto fino a settembre. Nel frattempo, Adriano Ferraiolo è pronto a ricominciare con i suoi spettacoli in piazza. E lo farà già da questo fine settimana, ad Eboli e Battipaglia dove il Comune, in entrambi i casi, ha concesso lo spazio gratuitamente.

Adriano, il suo è un settore particolarmente in crisi: il primo a bloccare tutto, l’ultimo a riprendere le attività. A che punto siamo? Ci sono novità?

«Novità non ne conosco molte. E’ stato in crisi il mio spettacolo e penso sarà ancora in crisi. Fortunatamente, siamo andati avanti grazie ai nostri fondi, con la speranza che presto si possa riaprire ma la vedo difficile. Tenteremo di iniziare ma dobbiamo vedere che incasso porta perché ci sono misure da rispettare: su 300 sedie possiamo far sedere solo 100 persone e allora diventa un po’ problematico. Adesso, alcuni Comuni ci danno l’area gratis ma altri vogliono essere pagati e allora mi chiedo, come si fa a pagare oltre mille euro, se non duemila per l’occupazione di suolo pubblico, pur sapendo che si tratta di uno spettacolo a carattere popolare? Il nostro, infatti, è uno spettacolo altamente culturale, uno dei pochi a sfondo pedagogico, che porta il bambino a lasciare tablet e videogiochi perché ci aspettano. Nonostante questo, non ci sono molte accortezze nei nostri riguardi».

Un protocollo abbastanza serio da seguire, bisogna segnare i nominativi dei partecipanti e conservarli per 15 giorni, mantenere il distanziamento sociale. Questo, crede possa portare ad un calo degli introiti?

«Questo è il punto. Portare dietro tante sedie comporta molto personale, le spese sono eccessive. Il posto a sedere non costa molto, un euro o 1.50 euro al massimo. Come si fa a sostenere tutte le spese? Diventa un problema enorme. Ad Eboli e Battipaglia proverò a fare degli spettacoli, anche per vedere l’incasso ma se non dovesse esserci una entrata economica tolgo di mezzo e se ne parla il prossimo anno. Pur avendo un’attività centenaria ed essere uno dei primi burattinai a livello mondiale, l’altro giorno ho sentito mio figlio dire “papà, sarà il caso di toglierci di mezzo” e questo mi ha fatto molto riflettere perché io credo che i miei figli debbano continuare, è la quinta generazione. Ma sono consapevole della delusione che nutre mio figlio, deluso dalle autorità e dalla burocrazia, non dal popolo che vuole il teatro dei burattini. Le persone, per strada, mi trattano come se salvassi l’economia di ogni città, muovo gente, i bambini vengono a divertirsi, insieme ai genitori. E a proposito di burocrazia: ho una pensione di 600 euro, se non avessi messo da parte qualche ora precedentemente, avendo una certa età, a quest’ora probabilmente sarei stato per strada a fare l’accattone perché con i 600 euro di pensione non ho diritto al bonus dello stato centrale».

Una categoria dimenticata, la sua…

«Ti lascia molto rancore. Io ho parlato con molta gente, con personalità di spicco ed onorevoli e tutti, indistintamente, mi hanno detto che di burattinai ce ne sono pochi, è una voce che non viene ascoltata. Allora, mi rivolgo a chi non vuole l’estinzione di questa attività, di questa storia. Noi avevamo i Podrecca, marionettisti di Milano e dopo la loro morte è morta anche la marionetta, cosa grave. Per anni, il Comune aveva sequestrato tutto il loro materiale, gli ex operai sono riusciti a riprendere solo le marionette e di tanto in tanto fanno qualche spettacolo. Io ho due figli, nipoti e abbiamo 30 Ferraiolo che vorrebbero continuare questa attività. Il governo dovrebbe muoversi: io potrei realizzare un museo di burattini, ho un teatro di burattini che ha oltre 100 anni, ho marionette, burattini del ‘700. Il Comune di Modena, ad esempio, ha messo a disposizione di una famiglia di burattinai un casolare per realizzare un museo e loro riescono a guadagnare grazie alle visite delle scolaresche. Alighiero Noschese mi diceva sempre di andare via dal meridione e credo sia davvero così». Ci sono Comuni che hanno messo a disposizione il suolo pubblico. Da Salerno invece? «Ieri ho parlato con il sindaco di Eboli e mi ha detto che mi offre lo spazio, gratuitamente, e la corrente elettrica; la stessa cosa anche a Battipaglia mentre a Salerno, mio nipote ha parlato con l’assessore anche se c’era qualcuno che ha tentato di mettere i bastoni tra le ruote ma, per fortuna, l’assessore ha detto che il teatrino a Salerno è istituzione e così ha avuto l’autorizzazione».

Intanto ci sono dipendenti che a fine mese aspettano lo stipendio, come giusto che sia…

«Non è facile, fino a quando ho soldi messi da parte posso andare avanti altrimenti mi toccherà auto invitarmi a casa di qualche amico, purtroppo». Teme che le famiglie possano essere titubanti nel portare i figli in piazza ad assistere al suo spettacolo? «No, penso che la gente ci sarà. Ad Eboli ho avuto modo di constatare che le persone attendono il nostro ritorno. Non sono sicuro degli incassi, a causa delle restrizioni per gli spazi ma sono certo che il pubblico ci sarà».

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Al teatro Grimaldi in scena “Bianca come finocchi in insalata”

La negazione di sé e la non accettazione del proprio corpo: è questo il tema centrale di “Bianca come finocchi in insalata”, in programma il 22 febbraio, alle ore 21.00, al Teatro Grimaldi, presso il Saint Joseph Resort (ex colonia San Giuseppe). Terzo appuntamento della rassegna teatrale NEO, l’opera, un pluripremiato spettacolo scritto e diretto da Silvia Marchetti, sarà messa in scena dalla parmense Compagnia del Calzino con il patrocinio di Arcigay “Marcella Di Folco” Salerno.

Ideata e organizzata dalla compagnia teatrale Le Ombre con la direzione artistica di Gianni D’Amato, Neo porta a Salerno uno “spettacolo divertente, semplice, a tratti grottesco, ma profondamente tragico in quello che, con il sorriso sulle labbra, viene detto, vissuto, attraversato – spiega Silvia Marchetti – Un testo che a tratti denuncia l’abuso perpetrato dalla società e, in maniera ancora più pressante e sadica, da noi stessi sulla nostra stessa natura, rappresentato da rinunce, compromessi, inappagamenti che siamo bravissimi a infliggerci”.

“Bianca come finocchi in insalata” è un testo che strizza l’occhio a grandi autori del teatro contemporaneo: da Cocteau a Ruccello, da Athayde a Bennett. La storia è quella di Bianca, non più giovanissima, non bella, non ricca. E, probabilmente, mai particolarmente amata o capita. Oggi, però, si sente amata dal Signor Direttore, il suo Antonino, preside della scuola elementare in cui insegna. Grazie a lui Bianca, interpretata da Andrea Ramosi, vive una seconda giovinezza fatta di entusiasmi, farfalle nello stomaco, rinnovata passione per l’insegnamento. Ma fin dalle primissime battute si avverte che qualcosa non va: qualcosa di morboso aleggia nell’animo di Bianca e cresce di ora in ora. Il disagio aumenta e, con esso, un malessere fisico che la protagonista cerca di negare a se stessa ma che contribuirà al crollo nervoso che la sopraffarà. La vita di Bianca procede come i suoi dialoghi: lei annaspa sempre più nelle sue incertezze, affoga nella mancanza di risposte, sballottata tra sprazzi di lucida consapevolezza e totale negazione della realtà, tra deliri di onnipotenza e completo annichilimento, fino a non capire più neppure i segnali che il suo stesso corpo le invia. Si delinea un quadro tragicomico, esilarante e amarissimo, tratteggiato dalle innumerevoli, farneticanti sfaccettature del dolore, tanto varie da permettere a chiunque di riconoscersi in qualcuna di esse. “Bianca è la contraddizione dell’essere umano: strampalata e banale, confusa e dispotica, sottomessa e intransigente, materna e spietata, donna e… – continua Marchetti – Arrendevole nella vita, trova la sua apparente rivincita nell’insegnamento, dove riesce a diventare finalmente sopraffattrice. Saltuariamente docile e insignificante, ma capace di covare odio e risentimento che la corrodono dall’interno, è sempre sull’orlo dello sdoppiamento di personalità”.

“Abbiamo puntato su tematiche sociali e quanto più attuali – spiega il direttore artistico di Neo Gianni D’Amato – Del resto, il teatro è politica perché parla alla gente, della gente e dei problemi della gente. Questo spettacolo, nello specifico, ci ha convinto subito. Bianca sembra parlare al pubblico di problemi e disagi di una persona qualunque. Non parla mai in maniera diretta dell’omosessualità e delle problematiche legate alla difficolta, spesso, di essere accettati. Tratta la tematica in maniera laterale e, forse, proprio per questo è più efficace. È uno spettacolo complesso nella sua straordinaria semplicità per testo, recitazione, scena e contenuto. È – conclude D’Amato – uno spettacolo di tutto rispetto che, tra premi e nomination, si è fatto notare anche oltreoceano”.

Diversi i riconoscimenti ricevuti dallo spettacolo: semifinalista Inbox 2018, vincitore Torino Fringe Festival 2018, finalista Stazioni d’Emergenza Teatro Galleria Toledo 2018. Non solo: lo spettacolo è stato selezionato per il Roma Fringe Festival 2019, per IN SCENA Italian Theater Festival NY 2019, per Il cielo su Torino 2019 al Teatro Stabile di Torino. A metterlo in scena è La Compagnia del Calzino, una compagine che inizia la propria attività a Parma nel 2000, portando in scena numerosi spettacoli e realizzando diversi laboratori teatrali anche nelle scuole dell’Emilia Romagna. Fondata ufficialmente come Associazione culturale nel febbraio 2012, la Compagnia del Calzino è costituita da attori diplomati presso la Scuola di Teatro di Bologna “Alessandra Galante Garrone” e presso la Scuola di Recitazione del Teatro Stabile di Genova.

I prossimi appuntamenti della rassegna sono: 14 marzo, “Diviso due”, compagnia Teatranti Tra Tanti; 4 aprile, “Nun m’ piace ‘o presepe”, spettacolo diretto da Antonello Ronga; 9 maggio, “Negli occhi di Eva”, compagnia teatrale Le Ombre. Alla realizzazione della rassegna hanno lavorato, insieme al direttore artistico Gianni D’Amato, Mariapia Corrado, Chiara D’Amato, Alfredo Cartone e Maria Scognamiglio.