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Attualità Medicina

Salerno, trapianti di cornee a due 70enni effettuati dal dottor Annibale Del Re

di Stefania Maffeo

Tornano a vedere due settantenni, uno di Benevento, l’altro di Capaccio, grazie al trapianto di cornea effettuato a Salerno dal dottor Annibale Del Re.  Erano destinati alla cecità, ma grazie ai delicati interventi di trapianto di cornea, hanno potuto emergere dal “buio” a cui erano condannati dalle loro patologie. Il primo paziente soffriva di cheratopatia bollosa, il secondo di scompenso corneale. In pratica la cornea era quindi completamente opaca, cosa che non si verifica per altre malattie della vista, come per esempio il cheratocono, dove viene trapiantata solo la parte superficiale della cornea malata.

“Il trapianto di cornea è un intervento di microchirurgia, eseguito con l’aiuto di un microscopio operatorio ad altissima risoluzione. Il chirurgo rimuove la parte centrale della cornea malata e la sostituisce con la cornea sana di un donatore. Questi due interventi durano circa quaranta minuti in anestesia locale. Dopo una osservazione di circa un’ora il paziente può tornare a casa. A seguire vengono effettuati i dovuti controlli post intervento” illustra il dottor Annibale Del Re, titolare del COD, Centro Oculistico Del Re, che è tra le poche strutture specializzate di Salerno e provincia ad effettuare i trapianti di cornea, per i quali ci sono liste di attesa molto lunghe di quasi due anni.

“Il nostro Centro è registrato alla Banca della Cornea, avendo tutti i requisiti richiesti, compreso quello della specifica professionalità del personale. Siamo iscritti alla Banca di Lucca e di Mestre, che sono tra le migliori in Italia per il numero e la selezione delle cornee in dotazione. Ogni cornea ha la scheda tecnica del donatore e viene selezionata ed anche “lavorata” per adattarla al ricevente, perché oggi si può trapiantare anche una parte della cornea stessa, riducendo i rischi di rigetto. I donatori devono essere sani. Inoltre viene data una cura particolare anche per il trasporto di questi organi, in piena sicurezza ed in tempi rapidi, dalla richiesta alla consegna. Solo pochi anni fa il trapianto di cornea era sinonimo di “cheratoplastica perforante”, intervento in cui viene sostituito l’intero spessore della cornea. Oggi sono sempre più frequenti gli interventi di cheratoplastica lamellare anteriore o posteriore, che prevedono cioè la sostituzione solo della parte anteriore o posteriore della cornea, a seconda delle differenti patologie che colpiscono l’occhio e delle esigenze chirurgiche. Nel nostro Centro abbiamo trapiantato le cornee intere ai due riceventi che erano destinati alla cecità. L’intervento è durato circa 40 minuti ed i pazienti hanno fatto subito rientri a casa, felici di poter tornare, dopo un post operatorio in cui hanno effettuato una semplice terapia farmacologica, “a riveder le stelle”, ovvero recuperare uno dei sensi più importanti per ogni essere umano: la vista, il bene più prezioso” conclude Del Re.

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Attualità Medicina

Autismo, un progetto per sostenere le famiglie

di Stefania Maffeo

Venerdì 27 gennaio 2023, alle ore 11.00, presso la Sala Marcello Torre della Provincia di Salerno conferenza stampa di presentazione delle attività del progetto “Legami di prossimità per l’autismo”, finanziato nell’ambito del bando “Realizziamo il Cambiamento con il Sud” con il sostegno di Fondazione Realizza il Cambiamento, Fondazione Con il Sud e ActionAid International Italia ETS, figura tra le 9 proposte ammesse al finanziamento, su un totale di 92 pervenute, in risposta alla prima edizione del bando. Il progetto, patrocinato dalla Provincia di Salerno, sarà realizzato dalla Fondazione Casamica, soggetto capofila, in partenariato con le Associazioni Giovamente e L’invisibile Realtà.

L’obiettivo del percorso progettuale è tutelare i diritti delle famiglie con minori e adolescenti con disturbo dello spettro autistico o con sospetto autismo, mediante il miglioramento del processo
informativo e la creazione di un welfare di prossimità. L’intervento mirerà da un lato ad orientare e sostenere le famiglie sole di fronte ad una diagnosi di autismo; dall’altro a intercettare e raccordare le opportunità sociali presenti sul territorio di Salerno e provincia anche finalizzati all’accompagnamento nella transizione all’età adulta di adolescenti.

“Legami di prossimità per l’autismo” vuole offrire una risposta integrata alla problematica mappando e mettendo in rete i diversi servizi esistenti sul territorio.  All’incontro con la stampa, moderato dalla collega Luciana Mauro, parteciperanno i rappresentanti della Provincia (Presidente Francesco Alfieri), dei Comuni di Salerno (Assessore alle Politiche Sociali Paola De Roberto) e di Mercato S. Severino (sindaco Antonio Somma), del Dipartimento di Salute Mentale/Neuropsichiatria Infantile dell’ASL di Salerno (Giulio Corrivetti) e i rappresentanti legali del partenariato (Carmela Guarino, Luca Goffredo, Giovanna Apostolico).

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La Pecora Nera

 Esploratrice di  Cammini di Liberazione!

Nella Tua famiglia c’è una pecora nera? Sei tu la pecora nera?

In tutte le famiglie c’è una pecora nera che spesso paga la propria “diversità” con l’esclusione emotiva !

L’esclusione è però affiancata paradossalmente dalla centralità di questa figura, in quanto è al centro di moltissime discussioni familiari.

I membri della famiglia della pecora nera sono soliti usare quest’ultima come capro espiatorio  e attribuiscono la sua diversità all’influenza di fattori esterni, quali amicizie sbagliate, fidanzati/e o addirittura ad un percorso psicoterapeutico effettuato.

In psicologia ci si riferisce a queste persone come “pazienti identificati”

e le cause che determinano la loro diversità sono dovute a complesse dinamiche familiari

Per capire il motivo per cui la famiglia e i gruppi intimi creano una pecora nera è necessario approfondire la teoria dell’identità sociale proposta dallo psicologo sociale Henri Tajfel. Questa teoria ci fa comprendere il fenomeno della discriminazione all’interno del gruppo. Partiamo col dire che tutti i gruppi ed i loro membri hanno alcuni punti in comune:

I gruppi si concentrano nelle caratteristiche negative di altri gruppi:

Quando i gruppi emettono giudizi su altri gruppi, di solito si tratta di giudizi negativi al fine d’influenzare le opinioni dei suoi membri e far percepire il proprio gruppo come “il migliore”. Si tratta di un bias(errore) cognitivo nel quale prima o poi cadiamo tutti. Per questa ragione tendiamo a dire per esempio che: la nostra squadra di calcio è la migliore, la nostra famiglia è la più felice o la nostra religione la più vera.

Il gruppo esercita grande pressione sui suoi membri:

 Il gruppo esige molto da ciascuno dei membri, esercitando una forte pressione che mira a mantenere la coesione e l’armonia interiore. Pertanto, un genitore può mostrarsi molto permissivo con i figli del vicino di casa, ma essere molto severo con i suoi.

L’effetto Pecora Nera si riferisce proprio a questa pressione e alla critica esercitata sui membri del gruppo. Infatti, il gruppo tende a valutare ognuno dei suoi membri in modo severo, massimizzando i suoi errori e applicando punizioni esemplari.

Il peso del giudizio e dell’esclusione spinge i membri del gruppo ad uniformarsi mantenendo così il gruppo unito e forte.

Si comprende così quanto risulti essere pericoloso per un gruppo la diversità di uno dei membri, e tale timore innesca meccanismi di denigrazione ed attacco che mirano a ricondurre la pecorella smarrita all’ovile.

Bert Hellinger, psicologo e studioso di pedagogia, a partire dal 1980 pone  le basi delle sue linee teoretiche e metodologiche riguardo alle Costellazioni Familiari Sistemiche, tecnica efficace che permette di agire sulla famiglia, ossia di “mettere in scena” le problematiche provenienti dalla situazione familiare. Accade, purtroppo, di frequente che sussistano delle disarmonie o degli irretimenti( legami che paralizzano il sistema) che, se non risolti,  portano in una via senza uscita che costringe a far quello che il sistema gli impone di fare: questa è la causa dell’infelicità, del disagio, dell’inquietudine, della malattia. Le Costellazioni Familiari agiscono proprio per captare le informazioni necessarie per comprendere cosa sia realmente successo e per sciogliere pesanti fardelli interiori.

Hellinger si esprime nei seguenti termini sul concetto di “pecora nera”:

“Coloro che sono chiamate “Pecore Nere” della famiglia, sono in realtà Cercatori di cammini di liberazione per l’albero genealogico.

Quei membri dell’albero che non si adattano alle norme o alle tradizioni del Sistema Familiare, coloro che fin da piccoli cercano costantemente di rivoluzionare le credenze, andando contromano ai cammini segnati dalle tradizioni familiari, quelli criticati, giudicati e anche rifiutati, loro, generalmente sono chiamati a liberare l’albero dalle storie che si ripetono e frustrano generazioni intere.

Le “Pecore Nere”, quelle che non si adattano, quelle che gridano ribellione, loro riparano, disintossicano e creano un nuovo e fiorente ramo nell’albero genealogico. Grazie a questi membri, i nostri alberi rinnovano le loro radici. La loro ribellione è terra fertile, la loro pazzia è acqua che nutre, la loro passione è fuoco che riaccende il cuore degli antenati. Irraccontabili sogni repressi, sogni non realizzati, talenti frustrati dei nostri antenati, si manifestano nella ribellione di tali pecore nere che cercano di realizzarli.

L’albero genealogico avrà la tendenza a mantenere il corso castrante e tossico del suo tronco, il quale rende difficile e conflittuale la vita di tali pecore.

Cura la tua “unicità” come il fiore più prezioso dell’albero.

Sei il sogno realizzato di tutti i tuoi antenati.”

Dottoressa Elena Fattorusso

Psicologa/Psicoterapeuta sistemico-relazionale

 

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Attualità Medicina

Nocera Inferiore, il 27 gennaio incontro sulle malattie croniche intestinali

di Stefania Maffeo

Malattie croniche intestinali. Sempre più giovani colpiti. All’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore il 27 gennaio l’incontro con esperti provenienti da tutta Italia “Hot Topics in Gastroenterologia”. Promotore dell’evento il direttore della struttura dipartimentale di gastroenterologia e endoscopia digestiva Antonio Cuomo.
Le malattie croniche intestinali, note anche come MICI, che comprendono la malattia di Crohn e la Rettocolite Ulcerosa, sono in aumento costante nel mondo occidentale. Causano dolori addominali, diarrea con sangue, febbre e perdita di peso. In Italia tali patologie interessano circa 250.000 pazienti e registrano il loro picco di prevalenza nella fascia di età giovane fra i 20 e i 30 anni, ma non è raro che il loro esordio avvenga anche sotto i 18 anni ed in età infantile o viceversa in individui sopra i 60 anni. L’impatto sulla qualità di vita di questi pazienti è notevole. La loro gestione è molto complessa e per questo motivo l’approccio verso il paziente deve essere multidisciplinare.

Durante la pandemia da Sars-Cov 2 , i centri dedicati alla diagnosi e alla cura di queste malattie hanno dovuto rivoluzionare l’organizzazione dei loro ambulatori e dei loro reparti e hanno dovuto indirizzare molte risorse alla gestione dell’epidemia. Anche i servizi di endoscopia hanno subito dei cambiamenti legati soprattutto a provvedimenti organizzativi e di protezione individuale del personale volti ad evitare il contagio del virus. Tutto questo ha rallentato se non del tutto sospeso i programmi di screening, per fortuna ora ripresi a pieno ritmo, screening che puntano ad individuare precocemente il cancro del colon. Di questo ed altro se ne parlerà nel corso che si svolgerà presso l’aula Colella dell’ospedale Umberto I di Nocera Inferiore il 27 gennaio a partire dalle ore 8.30.

La struttura dipartimentale di gastroenterologia ed endoscopia digestiva del nosocomio di Nocera Inferiore è stata indicata dalla Regione Campania, con un’apposita delibera, fra i cinque centri d’eccellenza regionali per la cura e la diagnosi delle malattie croniche intestinali. Il corso e’ rivolto a 70 medici specialisti in gastroenterologia, chirurgia generale, medicina interna, medici di medicina generale, oncologia, radiodiagnostica e radioterapia. Verranno affrontate tutte le tematiche più importanti legate a tali malattie e si discuterà delle linee guida relative all’ottimizzazione del management dei pazienti affetti da Mici e degli standard dell’endoscopia.

nocera inferiore malattie intestinali

 

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Le mappe di un dolore senza parole

“Volevo vivere ma non facevo altro che morire. Durante la seconda media cominciai a tagliarmi. Non mi tagliavo spesso… solo quando non riuscivo a controllarmi. La terza media fu un disastro e cominciai a tagliarmi sulle gambe, sempre, ogni giorno. Era l’unico modo per far sparire il dolore che mi logorava dentro” (tratto da un video su youtube).

 

L’autolesionismo è una mappa fisica di un dolore interiore che non si è capaci di gestire.

Sempre più ragazzi usano tagli (cutting) o bruciature (burning) o lividi ed escoriazioni per trovare sollievo da un dolore psichico, da una sofferenza emotiva che appare insostenibile.

Con il comportamento autolesionista  l’attenzione  passa dal dolore mentale al dolore fisico e col farsi male la persona ha l’illusione di avere ripreso il controllo su se stessa, di avere scaricato la tensione e trovato un sollievo.  Il dolore provocato da tagli ripetuti favorisce la produzione di endorfine, che svolgono una funzione anestetizzante.

Diretta conseguenza di tali gesti ripetuti è la dipendenza da essi e la ricerca di sensazioni sempre più forti. Uscirne, dunque, non è così semplice.

Il dolore fisico copre quello emotivo , almeno temporaneamente, rinchiudendo il ragazzo in un circolo vizioso che lo rende sempre più incapace di dare voce al suo dolore e trovare metodi più funzionali per alleviarlo.

L’autolesionismo non ha come fine primario quello di attirare l’attenzione, né il suicidio.

Molti ragazzi che ho ascoltato dicono che lo fanno per “sentirsi vivi”, altri perché “la rabbia era così forte che non c’era altro modo di uscire dal dolore”, oppure“Mi ferisco quando sto male, quando il mondo mi rifiuta, quando mi sento brutta…” .

 Se la lesione è vissuta come anestetico per contrastare la propria sofferenza, la ferita che diventa  cicatrice rappresenta un trofeo di una lunga battaglia contro se stessi .

Una delle considerazioni ricorrenti è simile a quella fatta da pazienti con DCA(disturbi del comportamento alimentare) : “mi sento almeno padrona/e del mio corpo”.

Attorno a questo comportamento c’è un atteggiamento simile a quello presente attorno alle dipendenze(specie quelle alimentari): Nessuno sa nulla, Nessuno si è mai accorto di nulla, Nessuno sospetta!

Nell’autolesionismo,spesso, è indispensabile l’aiuto di un esperto al fine di trovare  strategie più mature e sane per il riconoscimento e la gestione delle emozioni, un aiuto per imparare a dare voce alle proprie emozioni in una modalità adulta e funzionale.

Se sei un genitore e ti accorgi che tuo figlio pratica l’autolesionismo non aspettare a rivolgerti ad uno psicologo. Essere giudicante, usare minacce e rabbia spesso peggiora la situazione e tuo figlio/a mentirà e si chiuderà sempre di più. Prova a farlo sentire compreso ed accolto nel suo disagio, nel suo dolore.

Se sei un ragazzo, trova un adulto con cui parlarne. Se non vuoi parlarne con i tuoi genitori cerca qualcuno di fidato(adulto) o rivolgiti agli sportelli di ascolto che sono spesso attivi nelle scuole secondarie.

Tagliarti e farti male probabilmente è l’unico modo che hai per sentirti meglio, ma esistono altri modi e potrai trovarli assieme ad uno psicologo o psicoterapeuta con il quale strutturerai strategie di Coping e Regolazione Emotiva per affrontare e superare il disagio e la sofferenza che stai provando.

Dottoressa Elena Fattorusso

Psicologa/Psicoterapeuta sistemico-relazionale

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Attualità L'esperto risponde Medicina

Dal Sogno di un amore ad un Amore da sogno

Le coppie, spesso, vengono da me quando scoppia tra loro una crisi così forte che temono di perdersi, identificando il perdersi con il divorzio.

In realtà, alcune di loro si sono già perse anni prima, altre sono solo nella nebbia di una comunicazione poco chiara, altre ancora portano il peso di essere in troppe persone nella coppia, alcune non sono mai state coppia veramente e la loro storia non è ancora iniziata….

Un amore nasce lentamente o all’improvviso, esplode nel petto facendo cambiare la percezione del tempo, dello spazio, dei luoghi, delle persone.

La prima fase di un rapporto d’amore è caratterizzato da un processo di idealizzazione dell’altro, il che consente di passare dall’infatuazione iniziale ad un sentimento più profondo. In quest’arco di tempo vengono mostrati principalmente gli aspetti positivi, si indossa una maschera fatta di ciò che riteniamo piacevole e desiderabile dal partner.

L’idea che si sviluppa in questa fase è quella della completezza, la sensazione di aver trovato l’altra metà della mela.

Il partner rappresenta colui o colei da cui dipende la nostra felicità, finché non arriva il tempo della delusione o disinganno.

La delusione è una fase di svelamento, durante la quale si inizia a vedere l’altro per ciò che è nella sua interezza, con le sue fragilità e debolezze.

E’ fondamentale viversi la delusione per il superamento del desiderio di appagamento egoistico dei propri bisogni personali, che spesso è il fine principale in una relazione.

Se la relazione non va oltre il sentimento di bisogno e di necessità si può strutturare un legame di dipendenza, volto principalmente a riempire vuoti che ci si porta dentro dall’infanzia e per affermare sé stessi ed il proprio valore attraverso conferme e riconoscimento che provengono dall’altro.

Una coppia, i primi mesi, durante il corteggiamento, si incuriosisce dell’altro, lavora per sorprendere, per emozionare, per affascinare.

I ritmi dei primi tempi possono risultare accelerati, si può essere carichi di energie, si può tendere a tagliare il mondo fuori in una sorta di fusione con il partner, famelici di conoscersi e viversi profondamente.

Alla fusione, per lo sviluppo di una relazione sana, seguirà un allontanamento tale da consentire al mondo di ricircolare tra i due individui.

La coppia rallenterà i ritmi e troverà una routine che, se sfruttata bene, fornirà sicurezza e senso di protezione.

Uscire dalla fusione, dal “facciamo tutto insieme e stiamo sempre insieme, vicini vicini” è un passaggio fondamentale alla strutturazione di un “amore sano”, perché chi non può consentirsi di stare lontano forse non è realmente vicino.

 

“Se la nostra pelle è copertina di libro

Dopo aver ammirato titolo e fattura

Sfogliatelo famelici

Per averlo dentro anche se non è tra le mani”

 

Essere in relazione con l’altro vuol dire creare connessioni profonde che consentono non solo complicità, ma anche la capacità di conoscersi al punto tale da sapere come sostenersi.

Il sostegno reciproco nelle normali difficoltà quotidiane, la vicinanza empatica, la volontà di comunicare il proprio mondo interiore per fornire strumenti di comprensione all’altro, lo sforzo di costruire un mondo comune alle reciproche diversità e tanto altro ancora sono gli elementi fondamentali che alimentano un amore.

In terapia dico sempre che l’amore richiede tanto coraggio, in quanto è una perdita ….

Quando si ama si accetta di perdere il “controllo”, si è in due e si deve accettare anche di affidarsi, di fidarsi e di lasciarsi condurre, quando si ama si perdono parti di sé per andare incontro all’altro.

Perdere parti di sé non nell’accezione negativa del termine, bensì come processo indispensabile per cui si smette di essere esclusivamente un “io” ed un “te” per essere un “Noi”.

Il Noi è una terza entità che ha vita propria, fatta di un nuovo respiro, nuovo ritmi, nuovi equilibri e, come ogni neonato, ha necessità dei suoi tempi per imparare a crescere e camminare, a cadere e rialzarsi, ferirsi e scoprire che ci si può curare e guarire.

Il “Noi” non sempre nasce, in quanto l’imparare a camminare risulta faticoso e c’è la tendenza dei partner a lottare per tornare a “volare” come accadeva nei primi tempi della fase dell’innamoramento.

Ci si ritrova invischiati nella pericolosa illusione di poter cambiare l’altro, nella convinzione della necessità di ritornare allo stato fusionale iniziale in cui il partner appariva perfetto.

Le recriminazioni, gli scontenti, le minacce, le manipolazioni, i comportamenti ossessivi e persecutori potrebbero essere gli ingredienti che la coppia si trascina nel tempo alla ricerca di un amore impossibile ed immaturo, volto a colmare vuoti e dolori di un tempo passato che non esiste più.

Ed è così che ci si perde prima ancora di essersi veramente trovati, ci si impiglia nelle maglie della sfida, della lotta al potere, ci si infanga di tutto ciò che viene in eredità dal proprio sistema familiare, ci si ritrova a dipingere un quadro a quattro mani simile a quelli appesi nelle stanze della nostra infanzia che abbiamo così odiato.

Quando un paziente si accomoda, su quello che sarà il “nostro” divano, la prima cosa che mi chiede è di essere sua alleata/o e di aiutarla/o a cambiare il proprio partner, di trovare il modo di trascinare il partner in terapia per essere “aggiustato”.

L’altro è da aggiustare, modificare, cambiare perché così com’è non va bene, rende infelici, non capisce, non ci ama!

Incastrati in tale convinzione si è lacerati dal senso di impotenza e la vita diventa un incubo dal quale è possibile uscire con una parola: “corresponsabilità”.

La corresponsabilità apre un mondo di possibilità, un mondo in cui la relazione è fatta di un cinquanta e cinquanta ed io posso agire unicamente sul mio cinquanta.

Nella parola corresponsabilità si sposta il focus e, chi è seduto su quel divano, inizia a vedere finalmente se stesso.

Lentamente si interrompe la caccia alle streghe, alle pozioni magiche, si interrompono le cospirazioni e si rompe lo specchio delle mie brame, si comincia a riscoprire i bauli dei propri desideri, sogni, passioni, seppelliti troppo spesso lungo la strada della lotta al potere.

Quello che avviene nel paziente dopo “essersi visto” non ve lo racconterò, poiché ogni persona è un libro meravigliosamente unico e non vi è una storia uguale per tutti che possa essere raccontata.

Posso però scrivere che, vedere un uomo o una donna, un ragazzo o una ragazza, afferrare la propria clessidra  interrotta o bloccata è scuoterla o rigirala, piangere e ridere per la sabbia che riprende a fluire, è l’emozione per cui vale la pena … proprio come capita in amore!

 

Dott.ssa Elena Fattorusso

Psicologa & Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale

 

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Attualità Medicina

Cancro al seno, la scoperta rivoluzionaria del ricercatore salernitano Ersilio Trapanese

Il cancro al seno potrebbe avere un modello di crescita a spirale e un’importante connessione con l’influenza della gravità. E’ quanto sostiene il ricercatore salernitano Ersilio Trapanese in uno studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica internazionale Traslational Medicine Communications & Springer Nature.

La ricerca, che vanta la supervisione del professore Giulio Tarro, espone una nuova e rivoluzionaria teoria del cancro a spirale della mammella attraverso lo sviluppo di un modello teorico, un algoritmo predittivo dei tipi istologici e la percentuale di tumori rilevati nella sezione aurea (Golden Ratio Φ) e nella sequenza di Fibonacci.

Da due anni, infatti, il medico Ersilio Trapanese, direttore sanitario del centro Cmm Diagnostica di Cava de’ Tirreni, porta avanti uno studio per l’identificazione e la caratterizzazione di lesioni mammarie sospette utilizzando una nuova tecnica diagnostica applicata all’ecografia e alla mammografia denominata “PhiΦBreast” per l’identificazione di lesioni di categoria C4-C5 con alto Valore predittivo positivo (Ppv) nel rispetto dei criteri dell’American college of radiology (Acr) e Breast imaging reporting data system (Bi-Rads ). L’azione della gravità secondo l’intuizione del ricercatore, assumerebbe un ruolo importante sul movimento di crescita che produce la spirale neoplastica. La ghiandola mammaria, in tal senso, potrebbe rappresentare un interessante modello di geometria frattale umana dove le regole fillotattiche vengono ragionevolmente applicate e dove la deviazione dalla normalità darebbe luogo a disfunzioni.

Secondo la teoria del cancro a spirale, in tal senso, la lesione neoplastica mammaria seguirebbe lo stesso modello della fillotassi, della sezione Aurea e della sequenza di Fibonacci, traendo energia di crescita ed espansione dai capillari sanguigni e dallo squilibrio dell’attività bioelettrica delle cellule con influenza dalla gravità. La stessa gravità agisce come stress meccanico sui processi bioelettrici e genetici delle cellule e, insieme alla neoangiogenesi, spinge lo squilibrio strutturale verso la crescita del tumorale.

“La missione di questa ricerca scientifica – conferma il medico Ersilio Trapanese, docente di Ecografia Ecointerventistica – è di informare sia la comunità scientifica globale sia i pazienti affetti da cancro che, grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia rivoluzionaria, siamo ora in grado di rilevare il cancro alla mammella in una fase sempre più precoce, aprendo la strada ad una nuova era nella diagnosi, terapia e risoluzione di questa malattia”.Per il ricercatore salernitano, membro della commissione scientifica De Beaumont Bonelli Foundation for cancer research, si tratta di un nuovo e prestigioso riconoscimento.

Springer Nature

BMC Port of Springer Nature

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Diagnosi precoce per il Covid-19. Nuova scoperta del prof. Ersilio Trapanese

La fama del Dott. Ersilio Trapanese, cavese, è stata acclarata dopo la candidatura all’America’s Nobel che determina la lista per l’attribuzione del Premio Nobel. In virtù delle sue ricerche da scienziato, pubblicate anche sul prestigioso giornale scientifico americano Oncotarget& PubMed, che gli hanno permesso di rilevare il cancro alla tiroide in una fase sempre più precoce aprendo la strada ad una nuova era nella diagnosi, terapia e risoluzione di questa malattia. Il Dott. Ersilio Trapanese, Direttore Sanitario e Responsabile Diagnostica per Immagini CMM Diagnostica,Vice Presidente NCR Nefrocenter Research – Italia e membro Internazionale del The Korean Society of Radiology KSR Soul, oggi cerca, con una nuova ricerca di redarre una diagnosi precoce al Covid-19 con Ecografia polmonare combinata al D-Dimero Test. Una nuova strategia per la diagnosi precoce del Covid-19 e per prevenire le complicanze letali come la trombosi a carico dei diversi organi.

Il suo studio è stato pubblicato di recente sull’International Journal of Current Research IJCR e potrebbe trovare presto applicazione per una migliore gestione del paziente Covid sia in termini di guarigioni sia per il contenimento dei costi della spesa sanitaria. “Mi auguro che la mia ricerca scientifica possa essere di aiuto per la cosiddetta seconda ondata del Covid-19” spiega il dottore Trapanese. “Abbiamo dimostrato che anche in uno studio iniziale, l’ecografia polmonare offre risultati simili alla Tac e superiori alla radiografia toracica per la valutazione delle polmoniti interstiziali con l’ulteriore vantaggio della facilità di cura. Si evidenziano infatti le linee B che sono “segni” precoci di Covid-19 anche in soggetti con sintomi lievi. Nei casi più gravi le linee B finiscono per riempire quasi completamente l’immagine ecografica, fino a fonderla, in modo da creare un’immagine denominata “polmone bianco”.

Quindi l’ecografia polmonare in combinazione con il dosaggio del D-Dimero (proteina della coagulazione) con un semplice prelievo venoso permette di scoprire se ci sono delle complicanze gravi. Se il D-dimero è alto possiamo sapere in tempo che sono in atto processi trombotici. Dalle autopsie, eseguite sui morti con Covid, si è visto che la morte è stata provocata da trombosi diffuse ai vari organi. Con il dosaggio del D-Dimero possiamo intervenire in tempo con l’eparina e gli anticoaugulanti bloccando questi processi.

La nuova strategia terapeutica potrebbe essere anche una valida e sicura alternativa all’ospedalizzazione, consentendo ai pazienti Covid di essere curati a domicilio, rafforzando la medicina territoriale con equipe specializzate.

I pazienti Covid potrebbero essere gestiti a casa organizzando l’equipe con la dotazione di un ecografo portatile.

Con l’ecografia polmonare, per altro non invasiva, e il test del D-Dimero possiamo conoscere l’evoluzione della malattia senza varcare la soglia dell’ospedale.”

Fonte PositanoNews

Vedi intervista Dott. Ersilio Trapanese

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Attualità L'esperto risponde Medicina

Covid-19. Il ruolo dell’ecografia polmonare nella diagnosi precoce delle complicazioni. Intervista al Dr Ersilio Trapanese

di Stefania Maffeo

“L’esperto risponde” per confrontarsi con il mondo medico e sanitario. Un interessante confronto denominato “Covid19. Ecografia Polmonare. Diagnosi Precoce delle Complicazioni” con il Dr Ersilio Trapanese, Ecografista Responsabile Diagnostica per Immagini CMM Diagnostica di Cava de’ Tirreni, Socio Fondatore della Società Italiana di Ecografia in Medicina e Chirurgia SIEMC. Ancora lunga la lista dei suoi titoli: membro Corrispondente American Thyroid Association ATA, The Korean Society of Radiology KRS e della Commissione Scientifica e componente del CdA De Beumont Bonelli Fondation.

 Dr. Trapanese il Coronavirus ha sconvolto le vite di tutti.  Ci fa una beve cronistoria sul Covid19.

L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha annunciato un’infezione da pandemia con una specie sconosciuta di coronavirus chiamata SARS-CoV-2. Quest’ultimo ha un tropismo specifico per le basse vie respiratorie, ma provoca una polmonite grave in una bassa percentuale di pazienti. Tuttavia, la rapida diffusione dell’infezione durante questa pandemia ha causato la necessità di ricoverare un numero elevato di pazienti. Rispetto alla polmonite causata dal virus dell’influenza, il virus Covid-19 è caratterizzato da una rapida trasmissione con un’alta infezione ed un elevato tasso di mortalità.

 

La Diagnostica per Immagini ha un ruolo importante?

Assolutamente sì! Le scansioni di tomografia computerizzata ad alta risoluzione (HRCT) rimangono la tecnica di imaging standard per la valutazione toracica, ma il trasporto di pazienti al di fuori della terapia intensiva è difficile e potenzialmente dannoso. Le scansioni HRCT espongono i pazienti a dosi di radiazioni e dovrebbero essere riservate a situazioni specifiche (valutazione delle patologie mediastiniche e la diagnosi dell’embolia polmonare). La radiografia del torace (CXR) è considerata lo standard di cura per molte applicazioni diagnostiche in terapia intensiva. Questa tecnica di imaging presenta limiti metodologici e spesso produce una bassa precisione. Poiché possono manifestarsi anomalie polmonari prima delle manifestazioni cliniche, sarebbe opportuno eseguire scansioni CT toracica per lo screening di pazienti sospetti. L’elevata contagiosità di SARS-CoV-2 ed il rischio di trasportare pazienti instabili con ipossiemia e insufficienza emodinamica, rendono la CT toracica un’opzione limitata per il paziente con sospetto o accertato Covid19.

Conoscendo la sua storia di medico e ricercatore del suo contributo alla ricerca scientifica nel campo dell’ecografia ed ecointerventistica dei Microtumori della Tiroide, tra le più importanti a livello Internazionale, può spiegarci che impatto può avere la Tecnologia ad Ultrasuoni sul monitoraggio e sulla gestione di Covid19?

Nella mia esperienza personale, l’Ecografia Polmonare è fondamentale per poter identificare i pazienti all’inizio della loro malattia da Covid19. Prima di entrare nei particolari di questo importante sistema di indagine diagnostica è doveroso spiegare quali sono i segni principali all’ecografia polmonare. Esistono due modelli artificiali predominanti che uno Ecografista può osservare, e questi sono stati definiti “linee A” (ripetizioni orizzontali parallele della pleura) e “linee B” (manufatti verticali, altamente dinamici, iperecogeni che provengono dalla pleura o dalle aree di consolidamento. Queste linee indicano l’accumulo di liquido nello spazio interstiziale polmonare). Una o due linee B non sono troppo preoccupanti, ma quando aumentano di numero o si estendono in una zona costituiscono un’indicazione della sindrome interstiziale polmonare.

Qual è il ruolo dell’ecografia toracica-polmonare durante l’epidemia Covid19?

L’ecografia viene utilizzata per aiutare a rivedere le condizioni polmonari durante l’epidemia Covid-19, ma non strettamente come uno strumento diagnostico poiché la tomografia computerizzata (CT) del torace e le radiografie del torace (CRX) sono attualmente lo standard di riferimento. L’ecografia è altamente sensibile nel rilevamento di patologie polmonari multiple che possono essere dimostrate in combinazione con Covid19. Utilizzando l’ecografia toracica è possibile identificare: versamento pleurico, edema polmonare / sindrome interstiziale, atelettasia, polmonite e pneumotorace. Per patologie polmonari complicate è possibile combinare le immagini ad Ultrasuoni con un set di dati HRCT. Questa fusione di imaging è utile per i pazienti malati in terapia intensiva, poiché le patologie potrebbero essere monitorate direttamente al posto letto. Gli esami CT potrebbero essere ridotti al minimo con un rischio di contaminazione minore.

 Quali possono essere le complicazioni da Covid19?

L’analisi delle scansioni di CT del torace da pazienti affetti da Coronavirus ha permesso importanti conclusioni sugli aspetti principali della malattia. Covid-19 induce in genere una polmonite bilaterale diffusa interstiziale con lesioni nella distribuzione asimmetrica ed irregolare che coinvolge principalmente la periferia polmonare. La caratteristica visibile in tutti i pazienti con polmonite è l’opacizzazione del vetro smerigliato (GGO), un termine descrittivo che indica un’alterazione interstiziale del parenchima polmonare. Una complicazione potenzialmente letale dell’infezione da SARS-CoV-2 è una sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che si verifica più spesso negli adulti più anziani, quelli con disturbi immunitari e comorbilità. Le forme gravi di infezione, che sono un’indicazione per il trattamento nell’unità di terapia intensiva (ICU), comprendono infiammazione polmonare acuta, ARDS, sepsi e shock settico. L’auscultazione polmonare e la radiografia del torace al capezzale vengono abitualmente utilizzate per valutare le condizioni respiratorie dei pazienti ventilati con sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS). L’esperienza clinica suggerisce che l’accuratezza diagnostica di queste procedure è scarsa. I pazienti in condizioni critiche necessitano spesso di imaging toracico a causa della costante evoluzione delle loro condizioni cliniche. Una parte fondamentale del monitoraggio dei pazienti critici in terapia intensiva è l’ecografia toracica in quanto consente di esaminare il polmone e lo spazio pleurico. L’ecografia polmonare è altamente sensibile, specifica e riproducibile per la diagnosi delle principali entità patologiche polmonari nei pazienti con ARDS e può essere considerata una valida alternativa alla radiografia del torace al capezzale ed alla tomografia computerizzata toracica.

A questo punto è importante il ruolo dell’ecografia nell’emergenza da Covid19?

L’ecografia polmonare focalizzata (LUS) svolge un ruolo dominante nell’ecografia d’emergenza insieme all’ecografia focalizzata dell’addome, del cuore e del polmone. Sebbene esistano raccomandazioni per l’ecografia toracica elettiva e l’ecografia polmonare di emergenza, l’ecografia polmonare point-of-care non è ancora stata ampiamente utilizzata nella pratica quotidiana. Rispetto all’esame clinico e alla radiografia del torace (CXR), l’ecografia polmonare mostra un’eccellente accuratezza diagnostica nella diagnosi di versamento pleurico, pneumotorace, congestione e consolidamento venoso polmonare, fibrosi polmonare, polmonite interstiziale. La maggior parte dei pazienti con Covid-19 non sviluppa un significativo coinvolgimento polmonare, ma alcuni possono sviluppare una polmonite grave e devono essere ventilati. Essere in grado di differenziare quelli con e senza coinvolgimento polmonare, anche quando non ci sono sintomi, è fondamentale per poter identificare i pazienti all’inizio della loro malattia! Identificando precocemente i pazienti, qualsiasi strategia di intervento precoce o nuovi trattamenti hanno maggiori probabilità di funzionare ed avranno più tempo per lavorare quindi provare le stesse strategie quando la malattia è avanzata e il paziente ha già bisogno di supporto respiratorio. L’ecografia polmonare (LUS) fornisce risultati simili alla HRCT e superiori alla CXR toracica standard per la valutazione di polmonite e / o ARDS con l’ulteriore vantaggio di facilità d’uso nel punto di cura, ripetibilità, assenza di esposizione alle radiazioni. Le radiazioni ionizzanti cumulative hanno effetti nocivi noti.  L’uso dell’ecografia al posto letto potrebbe ridurre la CXR e la HRCT standard in terapia intensiva. Nell’unità di terapia intensiva è stata utilizzata per assistere nelle decisioni relative al posizionamento del paziente durante la ventilazione.

Allo stato attuale che consigli suggerisce riguardo l’utilizzo dell’ecografia polmonare?

Covid-19 è un’infezione del tratto respiratorio superiore che in una proporzione di pazienti diventa anche di quello inferiore. L’ecografia è particolarmente utile nel rilevare i cambiamenti nei polmoni. Ritengo che l’uso dell’ecografia polmonare troverà posto nella diagnosi precoce di qualsiasi patologia polmonare al momento dello screening. La ripetuta scansione dei pazienti per un certo numero di giorni può monitorare i progressi e consentire alle terapie di intervento precoce di funzionare. Il suo uso nelle fasi avanzate dell’insufficienza respiratoria, prima o dopo la ventilazione in alcuni casi, può ridurre la necessità di trasportare i pazienti al reparto di scansione CT. Può essere utilizzata anche in fase di recupero per garantire un miglioramento.

Quali sono gli Obiettivi Dr. Trapanese

Gli ultrasuoni, sebbene non utilizzati nella diagnosi di Covid-19, possono essere utilizzati dai professionisti nel punto di cura (POC) o nelle unità di terapia intensiva (ITU) in cui può essere richiesta una rapida valutazione delle condizioni polmonari. L’ecografia polmonare (LUS) potrebbe essere utilizzata per una celere valutazione della gravità della polmonite SARS-CoV-2, per tenere traccia dell’evoluzione della malattia durante il follow-up e per monitorare le manovre di reclutamento polmonare. Ultrasuoni aggiuntivi possono tracciare la risposta alla posizione prona e la gestione della terapia, l’esame può essere eseguito in pochi minuti e più frequentemente rispetto ad alcune forme di imaging. L’esecuzione di una CT è un grande esercizio logistico quando si ha un paziente gravemente ammalato, perché richiede di spostarli da una parete all’altra di un ospedale, pur osservando tutte le misure di controllo delle infezioni e mantenendo il ventilatore e le infusione dei farmaci. Esistono prove a livello Internazionale che l’utilizzo dell’ecografia polmonare al posto letto in terapia intensiva si è dimostrata sensibile al rilevamento dell’infiammazione polmonare, utile per rilevare la progressione della gravità della malattia ed importante per la valutazione della regressione.

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Da Pontecagnano Faiano una rete di solidarietà per acquistare un casco refrigerante per aiutare le donne in chemioterapia

 

Articolo di Stefania Maffeo

Interviste di Erika Noschese

Su forte impulso della scrivente e di Lucia Zoccoli, autrici del blog “I volti di Cassandra”, una fitta rete di donne ed uomini delle imprese, delle associazioni, del mondo della medicina e della società civile, con il raccordo del Comune di Pontecagnano Faiano, guidato da Giuseppe Lanzara, è scesa in campo per sostenere una raccolta fondi per l’acquisto di un casco refrigerante da donare al Day Hospital Oncologico dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, retto dalla dottoressa Clementina Savastano intervenuta alla conferenza stampa di presentazione. Un percorso che mira ad incidere sul benessere psicofisico e preservare la bellezza di quante sono costrette a sottoporsi a trattamenti chemioterapici. Grazie all’utilizzo del casco, prodotto dall’azienda Inglese PAXMAN il cui costo si aggira intorno ai 36.000,00 euro, le persone affette da cancro potranno dunque usufruire di un trattamento mirato a limitare ai minimi termini la caduta di capelli, preservando la propria integrità fisica e psicologica.

Il progetto, che trova la sua massima espressione nel volto di Teresa Giordano, giovane salernitana che ha fatto della battaglia al cancro, combattuto dopo anni di intense terapie, la sua impresa più grande e la sua sfida più difficile, coinvolge una serie di attori di enorme pregio. Presenti all’incontro, infatti, Antonia Autuori, Presidente della Fondazione Comunità Salernitana; Lucio Ronca, Presidente del Cna Salerno; Prosperina Gallotti Trani, in rappresentanza dell‘Inner Wheel Salerno; Rossella Graziuso, speaker di Radio Castelluccio. L’iniziativa è stata già colta e rilanciata da Sonia Alfano, Alessandro Chiola e Mimmo Volpe, rispettivamente sindaci dei comuni di San Cipriano Picentino, Montecorvino Pugliano e Bellizzi.

Ma come agisce il Paxman Scalp Cooling system? In parole semplici, il casco raffredda il cuoio capelluto a circa 4° centigradi, facendo restringere i vasi ed impedendo che i farmaci chemioterapici raggiungano le cellule dei bulbi piliferi e determino la caduta dei capelli. Medicinali come gli alchilanti e le antracicline (tra i più comuni chemioterapici) colpiscono infatti le cellule che si replicano velocemente, come quelle ‘impazzite’ del cancro, ma non fanno distinzioni con quelle sane dei capelli, che sono tra le più veloci dell’organismo.

Pontecagnano Faiano Solidale continuerà, nei prossimi giorni, con la consegna dei Pink Box (salvadanai di colore rosa) negli esercizi commerciali, negli Istituti Scolastici ed in tutti quanti gli enti, gli organismi e le attività vorranno concorrere all’importante donazione al nosocomio salernitano. In programma per sabato 14 marzo 2020 presso il Teatro San Paolo di Pontecagnano Faiano uno spettacolo tutto al femminile “Il matrimonio mancato”, un’ulteriore occasione per rafforzare la rete dell’importante causa.

Sarà, inoltre, inviata a breve una richiesta a nome del Sindaco Lanzara e di tutti i Sindaci del comprensorio al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca affinché contribuisca materialmente al progetto destinando una cifra significativa all’acquisto del casco, da sommare a quella già raccolta ad oggi dalla rete di enti ed associazioni a supporto di Teresa Giordano.