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Pontecagnano Faiano, presentazione del progetto “Cucire per volare”

di Stefania Maffeo

Domenica 6 febbraio alle ore 10.30 presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano la presentazione di “Cucire per volare”, raccolta fondi per sostenere il progetto di una sartoria creativa per le detenute del carcere di Salerno “Antonio Caputo”. Si accede al Museo con greenpass rafforzato, mascherina e nel rispetto della normativa Anti – Covid.

L’iniziativa, in collaborazione con il Ministero della Cultura ed il Museo Archeologico Nazionale Pontecagnano “Etruschi di Frontiera”, parte dall’esperienza della docente di arte tessile Roberta Mastrogiovanni immediatamente sposata dal blog “I Volti di Cassandra” di Lucia Zoccoli e Stefania Maffeo (moderatrice dell’incontro) e da circa una settantina di artisti con l’associazione Artéclaté, che hanno realizzato opere d’arte raffiguranti una farfalla per finanziare il progetto. Le opere sono esposte presso Intimo Maria Giannattasio e Mondadori Bookstore Pontecagnano Faiano, mentre le box disegnate da Anita Santimone per raccogliere fondi sono ospiti in numerosi esercizi commerciali della Città.

 

 

sartoria detenute salerno

L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Fondazione della Comunità Salernitana e le associazioni Legambiente, Ombra, Paesaggi Narranti, Centro Commerciale Naturale Pontecagnano C’Entro e Manden.

L’evento inizierà con i saluti istituzionali della Direttrice del Museo Ilaria Menale, del Sindaco di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara e dell’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Salerno Paola De Roberto per poi proseguire con il racconto nei dettagli della rete che si è immediatamente attivata per sostenere una sartoria per le detenute. Ne parleranno Lucia Zoccoli, Roberta Mastrogiovanni, Daniela Sibilio, Antonia Autuori e Grazia Biondi.

Conclusioni affidate a Rita Romano, direttrice dell’istituto penitenziario di Salerno a cui è destinato il progetto, che ha subito considerato il laboratorio di cucito come una concreta opportunità per far ritrovare alle donne con percorsi accidentati un interesse che sa di riscatto.

Cresciute, consapevoli e con una nuova abilità manuale. Si può “volare” oltre le mura del carcere ed avere la possibilità di scoprire la dignità di un’arte che un giorno potrebbe trasformarsi in lavoro.

 

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Carcere di Salerno, un nuovo progetto per il reinserimento sociale delle detenute

 

Partirà nei prossimi giorni, al carcere di Salerno, un nuovo progetto per il reinserimento sociale. Si tratta di lezioni di yoga, fortemente volute dalla direttrice della casa circondariale di Fuorni, Rita Romano, ad opera dell’associazione DevaYoga di Salerno guidata da Rita Cariello. Un progetto che mischia sport e solidarietà e che ha come fine ultimo la gestione della rabbia e dell’aggressività, proprio attraverso la pratica dello yoga, per il reinserimento sociale delle detenute. Il  corso di yoga inizierà già venerdì, a partire dalle ore 13 e sarà destinato a circa 12 detenute, con una turnazione ogni tre mesi. «Il nostro progetto nasce grazie alla collaborazione della scuola Surayel yoga School di Napoli che, ormai da anni, porta avanti questo progetto all’interno del carcere di Poggioreale», ha spiegato Rita Cariello che puntualizza come DevaYoga sia un’associazione impegnata a 360 gradi nel sociale. «Lo scopo del progetto è quello di portare le detenute, attraverso la pratica dello yoga, ad una diminuzione del livello di aggressività, stimolare la conoscenza del sé e frammentare le dinamiche di isolamento, il tutto favorito al reinserimento sociale – ha dichiarato ancora la presidente dell’associazione – Puntiamo ad un reinserimento dignitoso, proprio attraverso l’integrazione di mente, corpo e spirito». L’associazione, dal canto suo, si occuperà di fornire l’attrezzatura necessaria – che rimarrano all’interno della struttura sia durante che dopo il progetto – tra cui i tappetini. «Gli insegnanti che collaborano con noi vantano tutti una forte esperienza nell’insegnamento dello yoga in soggetti complessi, come i minori affetti da particolari patologie. Il progetto, dunque, partirà proprio questa settimana con un primo gruppo di detenute. Il progetto avrà la durata di un anno e ogni 3 mesi si alterneranno 12 detenute.